admin | Dicembre 30, 2019 | Articoli con foto
Da dove proviene la cosmetica famosissima Tigi? Dall’Italia. Anthony Mascolo è pronto a dimostrarci il suo talento.
La storia della cosmetica Tigi
Giuseppe, nonno di Anthony, aprì il primo barbiere a Torre Annunziata. Tra l’altro fu anche un vero artista. Ogni domenica Giuseppe recitò nel suo salone. Nel 1920 Franco Mascolo, padre di Anthony, visse al piano sopra del barbiere di suo zio imparando questo mestiere. Nel 1930 Franco si arruolò in guerra d’Europa. Nel 1940 Franco aprì il suo primo salone a Scafati. Un anno dopo sposò Maria e la storia della famiglia Mascolo può iniziare. Nacquero cinque figli – Toni, Guy, Bruno, Andrea e Anthony. Nel 1957 Franco Mascolo fu nominato come il barbiere migliore. Addirittura inventò l’acconciatura dei Beatles. Nel 1963 i fratelli Toni e Guy aprirono con l’aiuto di padre il salone Toni&Guy in Inghilterra. Nel 1971 il fratello minore Anthony scoprì in sé il vero talento che ne possedeva. Iniziò a collaborare con fotografi, nel 1977 creò lo stile Mouvant, lanciò video in cui impara a tagliare i capelli, lui e suo fratello Bruno furono spesso invitati nei talkshow.
Nel 1982 la società Toni&Guy cambiò il nome in TIGI – T and G. Nel 1984 Pat, ragazza di Anthony, gli regalò una camera fotografica e da questo momento Anthony scoprì l’altro talento. Due anni dopo il marchio Tigi presentò il suo primo prodotto – styling mousse. Nel 1996 nacque il nome Bed Head che si occupa dei prodotti cosmetici fino ad oggi.
La cosmetica Tigi ha lo scopo di ispirare i parrucchieri di tutto il mondo. Esistono anche le accademie con corsi di formazione (taglio, colore, styling) a cui partecipano gli studenti creativi e gli amatori di novità e di stravaganze.
La vasta gamma della cosmetica Tigi include balsami, shampoo, gel, condizionatori, lisciatori… che curano sia i capelli danneggiati che quelli colorati. Mantengono il colore e la lucentezza, rivitalizzano, idratano, fanno tutto quello che vogliamo. Insomma ogni tipo di capello trova il suo amico Tigi.
